Fragpunk: Recensione – Quando gli hero shooter diventano folli, assurdi e deliziosamente scorretti
La prima volta che ho lanciato Fragpunk, in pratica la testa di uno è esplosa trasformandosi in una bomba a tempo che ha spazzato via tutta la mia squadra. Ho sbattuto le palpebre, poi mi sono messo a ridere… e ho subito premuto “Rigioca”. Fragpunk non è il solito sparatutto 5v5 super colorato: qui le regole vengono scombinate, il mazzo rimescolato, e la festa prende fuoco. Un secondo stai facendo rimbalzare proiettili sull’acciaio, quello dopo fluttui a mezz’aria come palloncini impazziti. Se per te “shooter tattico” significa confusione, imprevedibilità e quella buona dose di non-sense, Fragpunk ha già pronto il tuo invito.
Benvenuto su Fragpunk: qui le regole servono solo da target
Qui non c’è riscaldamento: Fragpunk ti butta nella mischia, ti mette in mano un eroe, ti lancia una carta completamente folle e ti osserva, ghignando. Le Shard Card non sono potenziamenti banali: trasformano i proiettili in palline di gomma, fanno esplodere i nemici manco fossero pignatte digitali… oppure, semplicemente, azzerano la gravità. E fidati: la faccenda si fa bizzarra in fretta.
Io? Non avevo la minima idea di cosa stessi facendo. Scelgo un guaritore con droni armato di pistoletta spaziale. Carta estratta? Immunità ai danni da caduta. Noiosa, pensavo. Poi la gravità si è spenta, e siamo rimasti tutti a galleggiare come mongolfiere alla parata. Mai stato più grato di essere noioso.
Carte, disastri e “Aspetta… ma cos’è successo?”
All’inizio sembra quasi normale: giri a round, squadra contro squadra, fai la tua preparazione, poi ti lanci. Ogni Lancer (leggi: eroe) ha una o due abilità, arma unica e look rubato da qualche fumetto in trip acido.
Ma il ritmo dura poco. Dopo ogni round, entrambe le squadre pescano una Shard Card. E queste cose non si limitano a modificare la partita: la scuotono come uno shaker pieno di glitter ed esplosivi.
In pochi minuti ti ritrovi a fare strani esperimenti: proiettili rimbalzanti più più “colpi in testa ingranditi”? Disastro in arrivo. Nemici con doppia salute più guaritori? Mal di testa assicurato. Tirare una granata teletrasporto a caso e vedere che succede? Coraggioso. Ripetto.
Non devi padroneggiare una meta: devi solo mettere insieme i tuoi giocattoli e vedere cosa si rompe.
Lancer: stile, follia e tanto ego
Il roster dei Lancer sembra il risultato di una notte brava a costruire action figure sotto Red Bull e poco sonno. C’è lo sniper che si teletrasporta e sfotte il mondo, il tank che si butta addosso alla gente come una palla da demolizione ubriaca, e un hacker che salta ovunque lasciando trappole (e sarcasmo) dove capita.
Sono esagerati, rumorosi e perfettamente consapevoli di quanto siano fighi. Frasi a raffica, pose, animazioni fuori di testa, sfottò su sfottò. Niente drammi o storie tristi qui: solo vibrazioni.
Ognuno gioca a modo suo. Alcuni si lanciano come missili, altri presidiano zone, qualcuno esiste solo per trollare. Poi ci piazzi sopra una Shard Card e succede il delirio: un healer che piazza bombe adesive? Carino. Uno che rallenta tutti e controlla l’arena? Aiuto.
Il momento in cui ti sblocca tutto
Quarta partita: scelgo un Lancer per il medio raggio con shotgun e sprint. Carta? Teletrasporto. Nemici? "Testa gigante per tutti”.
Mi materializzo dietro di loro. Sparo. BOOM, coriandoli. Un’altra zucca gigante avanza, ricoperta di sticker, minacciosa da paura. Panico, risparo, a caso. Presi entrambi.
Round finito in meno di trenta secondi. La chat è impazzita. Era abilità? Figurati. Mi importava? Macché!
Mappe che ti invitano a far danni
I livelli sono scatole verticali della follia. Tappeti elastici, scale, zipline, muri che si sfondano, sembra una palestra di parkour progettata da un sabotatore distratto.
Una volta mi sono buttato da una zipline al volo per schivare un cecchino, sono atterrato dentro una cassa e ho tirato la granata teletrasporto dietro l’obiettivo. Zero pianificazione, ma ha funzionato. Sì, è tutto così strano.
Le impari al volo. Una sembra pulita, una sporca, una industriale… non cambia: sono tutte fatte per una sola cosa: spingerti a esagerare con i movimenti.
Sparatorie che sanno di duro, non di caso
Fragpunk è un carnevale, ma il “gunplay” spacca. Non sto scherzando.
Ogni arma ha la sua personalità. Fucili a pompa devastanti, pistole nervosissime, mitra che macinano da vicino (ma sparano insulti da lontano). Ogni colpo un suono, ogni arma un feeling.
Le Shard Card scombinano tutto ancora meglio: un round corri all’attacco, quello dopo camperi negli angoli come un gremlin. Tutto può capovolgersi in un attimo.
Non serve mira divina, basta un po’ di attenzione e imparare ad adattarsi. Se va male? No problem: i round sono corti. Hai sempre un’altra possibilità per la tua rivincita epica.
Carte Shard: tra trovate geniali e richieste di nerf
Parliamone: “Cadaveri esplosivi” è comicità pura. "No Gravità" e il livello diventa una partita di dodgeball in bassa orbita. "Proiettili rimbalzanti"? I muri stessi diventano nemici.
Non tutte, però, sono spettacolari: alcune sono talmente soft che sembrano solo un’atmosfera; altre troppo forti se si allineano i pianeti.
Ma forse è proprio questo il bello, no? Non sai mai cosa ti capiterà. E quel caos ti tiene incollato pure quando stai perdendo.
Ehm… il rovescio della medaglia?
Ok, qui arriva la parte un po’ indigesta – tipo essere colpiti da un menù volante.
Fragpunk ha un sacco di roba. Monete, Shard, gettoni, adesivi, bundle, missioni giornaliere, battle pass, settimanali… sembra che qualcuno abbia rovesciato l’economia di un MMO dentro uno sparatutto urlando “SUPRESA!”
Non è obbligatorio, ma è ovunque. Pop-up ovunque, ti sembra di schiacciare mosche a schermo. E prima di cliccare “Play”, hai già per sbaglio aperto cinque negozi diversi.
Le skin sono spettacolari. Armi con stile, emote che fanno ridere. Solo che… serve qualche click di troppo per arrivare alla parte divertente.
Modalità di gioco: caos garantito
La modalità principale? Ben congegnata. A round, obiettivi chiari, carte Shard a mischiare le carte (letteralmente). Tipo cerca & distruggi, solo molto più pazzo e scintillante.
Ce ne sono altre: duelli da cecchino, infezione, party mode. Cose da provare come dolcetto extra dopo cena: golose, ma non sono il piatto principale.
Ma il ciclo base funziona: scegli un Lancer, pesca una carta, prova una follia, ridi se va bene, impreca se va male e... rimetti in coda.
Gira fluido, graficamente brillante, bug? Come condimento
Fragpunk va meglio di quello che il suo delirio lascerebbe pensare. Caricamenti veloci, matchmaking rapidissimo, immagini definite ma mai accecanti. Le armi scrocchiano bene. I passi? Vabbè, si poteva fare meglio.
Certo, i bug ci sono: qualche carta che si inceppa, poteri che impazziscono contro i muri, qualche scivolone qua e là.
Ma i dev sembrano sul pezzo. Patch a raffica, ascoltano i giocatori. Se tengono questo ritmo, c’è profumo di culto che dura.
Il verdetto: un parco giochi bello, rotto e irresistibile
Fragpunk non è un esport raffinato o la culla dei tryhard da classifica. È caos in lattina. Uno shooter a eroi che ha trovato un mazzo di carte maledette e ha detto: “Daje!”
A volte non capita nulla di logico. Altre ti senti un genio. Quasi sempre è un mix stranissimo delle due cose. Ed è proprio lì il bello.
Se sei stufo dei giochi che si prendono troppo sul serio, avvia Fragpunk. Pesca una carta senza senso, fai una sciocchezza, fatti esplodere. E fatti una risata.
Poi, semplicemente, ricomincia.